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Che cos'è un dispositivo? In che modo esso forma le soggettivazioni? È la domanda che l'autrice si pone, a partire da Foucault e dalla risposta che ad essa avevano dato autori come Deleuze e Agamben. Costituisce, infatti, l'oggetto di questo libro l'analisi dei dispositivi disciplinari, che implicano il disciplinamento ortopedico dei corpi, e biopolitici governamentali, che prendono in carico la vita, la incrementano, la curano. Pur rispondendo a logiche diverse, essi mantengono il carattere sostanzialmente inclusivo della governabilità delle vite, valutate e selezionate in base a criteri di rischio e potenzialità. Una selezione che, seguendo il codice economico, orienta verso una direzione negandone altre, incentiva soggettività marginalizzandone altre. Ed è proprio nel comportamento economico che vengono colti i caratteri persistenti di governamentalità delle vite, anche al di là del dirigismo economico dello Stato, della gestione politica, welfarista, dell'economia: la bioeconomia produce soggettivazioni, interne al dispositivo ma allo stesso tempo ambiguamente eccedenti, mettendo così in scacco la logica moderna del soggetto astratto e universale.